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giugno 2011
Mezze maniche con totano gigante, pomodorini e olive nere
Sono qui, alle 23 e 55, dopo aver posizionato il portatile su un cuscino per evitare che mi spari addosso così tanta aria bollente da far invidia ad un phon, dopo una giornata asfissiante, con svariate ore di sonno arretrato a scrivervi cosa ho mangiato per cena....perché l'ho promesso ;-)
Ma veniamo a noi, questa ricetta me la diede...il pescivendolo, il giorno che, passando in pescheria, adocchiai questi lunghi tranci di totano e gli chiesi "cos'è?............ come si cucina?........... ok lo prendo!!"
Il Pesto
Il Pesto si merita la "P" maiuscola. Il Pesto può esser seguito solo da un punto.
Il Pesto. Punto.
Il Pesto non conosce Nord, Sud o Centro, il Pesto è apolitico e apartitico. Il Pesto non conosce stagioni (il basilico, bene a male, oramai lo si trova sempre).
Il Pesto possiamo usarlo sulle tartine, sulla pasta, sulle carni, sulle patate, sul pesce.
Il Pesto è potenzialmente onnipresente e sicuramente, se fosse un essere vivente, sarebbe onniscente. Forse il Pesto è anche cancerogeno ma si sà come si dice: "bene o male....purchè se ne parli".
Questo è il mio Pesto.
La bruschetta al pomodoro
Cosi semplice eppure così buona.
Pochi giorni fà, parlando del tortino al cioccolato dal cuore morbido l’ho definito “la gatta morta dei dolci” La bruschetta al pomodoro è paragonabile ad una ragazza acqua e sapone: non nasconde nulla, non ci sono trucchi o inganni, è semplice e vera così come la si vede, c’è a chi può anche non piacere, ma se si ama la semplicità in cucina questo è un antipastino niente male, che io spesso uso come piatto unico per un pranzetto veloce.
Pochi giorni fà, parlando del tortino al cioccolato dal cuore morbido l’ho definito “la gatta morta dei dolci” La bruschetta al pomodoro è paragonabile ad una ragazza acqua e sapone: non nasconde nulla, non ci sono trucchi o inganni, è semplice e vera così come la si vede, c’è a chi può anche non piacere, ma se si ama la semplicità in cucina questo è un antipastino niente male, che io spesso uso come piatto unico per un pranzetto veloce.
Il Tortino al cioccolato dal cuore morbido
Se c’è un dolce che incarna ben cinque dei sette vizi capitali, quello è il tortino al cioccolato dal cuore morbido.
La Gola, perché la gola stessa ne è prima attratta e poi appagata, l’Invidia di chi non può mangiarlo perché è a dieta, l’Ira, quando al ristorante il cameriere a fine pasto ti annuncia che “il tortino è terminato, è rimasto l’ananas e il sorbetto al limone!” la Lussuria, perché provate a negare che non ci sia lussuria in un dolce che a prima vista ti appare un innocente simil-muffin per poi scoprire il suo caldo, avvolgente e peccaminosissimo vero essere alla prima occasione di assaggio (se volessimo paragonarlo a una categoria sociale potremmo definirlo, “la gatta morta dei dolci”). Infine c’è la Superbia. La superbia di chi, come me, ha la ricetta originale di un ristorante, e quindi il tortino dal cuore morbido se lo prepara in casa mentre al ristorante ordina, sogghignando, sorbetti come se piovesse!
Questa è l'unica ricetta che non scriverò sul blog. Me l'ha data mio fratello, presa dal primo ristorante in cui ha lavorato. Il rispetto del lavoro altrui è la prima cosa....sono sicura capirete. Nel caso vi trovaste a mangiarne uno però...
Ogni commento è inutile. Lasciatevi andare:
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Il Limoncello di Angelo
Fino a 13 anni fa ero astemia, anzi di più: niente alcool, niente caffè, niente sigarette. Oggi bevo tre caffè al giorno, mi piace il vino, rosso soprattutto, Cannonau, Barolo o Primitivo di Manduria tanto per stare sul leggero, ma ne bevo poco perché mi funge da sonnifero istantaneo; mi gusta meditare con un bel bicchierino di Passito di Pantelleria da sorseggiare lentamente e sono una nota estimatrice di grappa, ma non di quelle fruttate, da “femminucce”, no no proprio di quella secca, 40 gradi grazie, meglio se bariccata!
Ma tutto è iniziato con il limoncello quindi ecco la ricetta (di cui ringrazio il padre delle mie due carissime amiche S. e C.)
Ma tutto è iniziato con il limoncello quindi ecco la ricetta (di cui ringrazio il padre delle mie due carissime amiche S. e C.)
Spiedini di albicocca, prugna e formaggio
Di questi spiedini ne mangerei fino alla nausea. L'importante in questa ricetta non sono gli ingredienti (facilmente reperibili in qualsiasi supermercato) o l'esecuzione (anche un bambino ci riuscirebbe) ma l'assaggio. Si perchè è fondamentale in connubio dei sapori. Solo assaggiandoli si può comprendere come mai al formaggio, questa ricetta, accosti un'albicocca e una prugna secche.
Insalata tiepida di orzo cannellini e pesto
Quando, con un certo orgoglio, ho presentato questa ricetta a mio fratello lui mi ha guardata con l’aria saccente di chi pensa “non è che ti sia inventata nulla...”. Ma io giuro che rivendico con fermezza la maternità dell’abbinamento o quantomeno il fatto di non aver trovato su nessun blog e nessun libro una ricetta del genere (qualcuno potrebbe rispondermi “fatti una domanda e datti una risposta...” ma tralasciamo và!)
Melanzane marinate
Questa è una di quelle ricette che mi fà venire il senso di colpa. Per me, da sempre, le melanzane grigliate sono le melanzane dell'orto, o al massimo comprate, che vengono lavate, tagliate, grigliate sulla piastra calda e successivamente, quando sono fredde, condite.
Qui lo dico, e non lo nego: io le compro già surgelate. Come sempre a placare il mio senso di colpa interviene la coscienza che mi fà dire, con la calata romana e il tono aggressivo di chi sà di avere torto : "Ahò ma che volete, io lavoro sà, mica sò casalinga!!"
La fettina di vitello impanata
Un piatto. Un perché.
Da piccola ero inappetente a livelli catastrofici. Mia madre impiegava circa 2-3 ore per farmi pranzare, mi inseguiva per casa con questi bocconcini di cibo sulla forchetta, e l’ha fatto fino ai miei 12 anni. Santa donna.
Gli unici cibi che amavo erano quelli impanati. Ingurgitavo qualsiasi cosa, dal filetto di platessa alle polpettine, dalla fettina di manzo alla melanzana purché fosse impanato. Ovviamente mia madre aveva cura di me e del mio fegato e quindi li cucinava solo di tanto in tanto, magari quando invitavo a casa per pranzo qualche compagnetta di scuola.
Crescendo, l’amore per il cibo è decisamente aumentato e la passione per l’impanatura è rimasta immutata. Anch’io ho cura di me e del mio fegato, e non lo cucino spesso, nonostante la fettina di vitello impanata sia il mio piatto preferito.
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